Jonathan Coe


L’ultimo romanzo dell’indimenticabile autore de La casa del sonno abbraccia temi di attualità come ecologia e crisi, incomprensioni e insensatezza («Abbiate un po’ di pietà per il Disadattato, che continua a lottare col cuore che gli scoppia nel petto»), solitudine e rapporti umani: «A mano a mano che invecchi, però, alcune amicizie ti sembrano sempre più ingiustificate. E un bel giorno ti chiedi: “A che servono?”. E allora interrompi i rapporti».

Maxwell attraversa un brutto momento e, in pessimi rapporti con la famiglia, accetta di viaggiare come rappresentante di una marca di spazzolini ecocompatibili. Un percorso che inizia con la voce del navigatore e termina nei recessi della mente. Un libro digressivo, lontano dall’ipnotica compattezza degli esordi. Una storia di depressione: «Mi ricordava un film dell’orrore che avevo visto alla tv da bambino. C’era quest’uomo intrappolato in una camera segreta in un grande castello antico, e il cattivo della storia tirava una leva che faceva abbassare il soffitto della camera facendolo calare lentamente su di lui». Ci sono, certamente, caratteri notevoli, come l’agente che si occupa di fornire alibi a clienti fedifraghi: «Ormai ci sono sempre più strumenti per mettersi in contatto con qualcuno, ma tutto lascia traccia. Ai vecchi tempi potevi scrivere una lettera d’amore a qualcuno e l’unico testimone sarebbe stata la persona che ti aveva visto infilarla nella buca delle lettere. Oggi invece, basta che mandi un paio di sms e te li ritrovi su una bolletta del telefono dettagliata. Puoi cancellare tutte le e-mail che vuoi dal tuo computer, ma saranno sempre salvate da qualche parte, in un grosso computer centrale chissà dove. Sono necessarie strategie sempre più elaborate e sofisticate se non vuoi essere beccato».

Magistrale il manifesto delle nuove generazioni: «ti rendi conto che, se c’è una cosa che la gente della mia età non sopporta di sentire, è gente della tua età che ci fa la predica sulla morale? Guarda il mondo intorno a te. Il mondo che voi ci avete lasciato in eredità. Credi che ci conceda qualche possibilità di fare le cose per principio? Sono stufa di sentir dire che la mia generazione non ha valori. Che siamo materialisti. Che ci manca ogni senso della politica. Lo sai perché succede? Prova un po’ a indovinare. Sì, risposta esatta: perché è così che ci avete educati! Saremo anche i figli della signora Thatcher, per quel che vi riguarda, ma siete voi quelli che hanno votato per lei, e più di una volta, e poi avete continuato a votare per tutti quelli che sono venuti dopo di lei, e ne hanno seguito pedissequamente le orme. Siete voi che ci avete educato a essere gli zombi consumisti che siamo». Una verità che sarebbe bene considerare quando si parla di giovani.

Jonathan Coe - I terribili segreti di Maxwell Sim - Feltrinelli

(da Quotidiano La Provincia, 13 Novembre 2010, p.59)

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