Gaie memorie


«Negli anni Settanta, a New York, nessuno si svegliava prima di mezzogiorno. Era una città al collasso, pericolosa, sudicia», iniziano così le memorie di Edmund White: un lungo apprendistato letterario. Amico e amante di numerosi intellettuali, in viaggio tra la Grande Mela, Roma e Venezia, l’autore descrive una storia decisamente gaia, ma non per questo meno interessante, ghiotta com’è di aneddoti e incontri con i personaggi più straordinari: da Nabokov a Chatwin, da Ashbery a Mapplethorpe, a Jasper Johns. Uno spaccato unico della società americana per una galleria di personaggi che hanno contribuito al progresso diventando miti. Un libro che, dietro all’apparenza frivola, nasconde riflessioni profonde e ha il pregio di non essere retorico, in «una combinazione di tenerezza, divertimento e rimpianto». Deciso a diventare uno scrittore, «per quanto scassato», White analizza il «potere del discorso» in termini sociologici e partecipati: una sorta di Arbasino pop.

Edmund White - Ragazzo di città - Playground

(da Quotidiano La Provincia, 23 Ottobre 2010, p.59)

Commenti

  1. Che sorpresa la parte su Chatwin e quella su Sgarbi...
    Bel pezzo, Francesco

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