Il tema dell'addio di Milo De Angelis

Quando nel ‘76 uscì Somiglianze di Milo De Angelis, il pubblico della poesia incluse presto l’autore nella candida rosa del Novecento. Se quello era un libro “difficile”, quest’ultimo, Tema dell’addio (Mondadori, pp.85, € 9.40), è “umano” e semplice. Nella quieta confezione dei versi, il linguaggio abbandona la luce frontale per ritrovare i lividi di una pronuncia raffreddata, partecipata e riparatrice. «Il batticuore» e la «notizia» («un istante/in equilibrio tra due nomi avanzò verso di noi») introducono al viaggio doloroso che congela i luoghi («La camera era entrata in una fiala…Il tempo era…una festa di sorelle») e le tregue della malattia. «Uno solo è il tempo, una sola/la morte, poche le ossessioni…poche le strade/che portano fuori di noi, poche le poesie», poche le immagini in dissolvenza di lei che cammina, semplicemente, «verso un autobus», che franano come «materia inquieta» e «tornano alla loro grammatica», recuperando un senso «primitivo». Il dramma privato si fa corale attraendo l’attualità: «Affogano le nazioni, crollano le torri…entra alla Bovisasca, spazza via il novecento». Il dolore si spalanca al mondo nel punto in cui la pena è universale, diventando uno spartito prodigioso. La poesia è «canto sotterraneo» e cambia spesso cadenza, passa dalla tensione al silenzio d’amore «che si estingue». La morte è scandalosa ma non è la protagonista, anzi, lo è tutto ciò che si oppone, che crea attrito, che fa scorrere più sangue. Il paesaggio è musicale («quel/lontano di noi che risuona»), è un «verde esteso per nomi e anni fino a qui», va dalle «scale mobili» ai «balconi e basilico». La «sua orbita segreta, siamo noi./Siamo noi il luogo della cronaca», siamo noi a «smarrire il codice terrestre». Hotel Artaud è una sezione intensa, è il posto della preghiera («il grande/osanna oscuro»). Qui la notte è «una vena troppo scura», è nostalgia delle «impronte digitali». Fino alla supplica finale: «ti chiedo un po’/di morte, giocoliera del momento».

“Quotidiano La Provincia” 16-5-06

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