Ipotesi di felicità - Rassegna stampa
Una breve recensione di Mary Barbara Tolusso su Mondadori Poesia:
Figura di punta della giovane poesia italiana, Alberto Pellegatta è
sempre stato sostenuto da una voce personalissima. Surrealtà e
disincanto sono gli elementi originali della sua poetica, di una poesia
ora raccolta in Ipotesi di felicità che si segnala per la forza della
struttura e del verso. Pellegatta, già vincitore della prima edizione
del Cetonaverde Poesia (2005), conferma con questo nuovo libro un
ulteriore passo teso a coniugare alto e basso, lirico e ordinario. Alla
densità del verso si unisce la versatilità di un canto più prosastico,
sempre all’interno dei codici poetici. Una pronuncia calibrata anche da
una lieve ironia in grado di mettere a confronto assoluto e provvisorio,
proprio come la pigrizia di un tramonto o nelle pagine del suo
provocatorio bestiario. Già autore de L’ombra della salute”(Mondadori 2011), in Ipotesi di felicità il rimando è anche a un
percorso che riflette sull’ “essere poeta”, senza cedimenti
argomentativi o metaletterari, avvalendosi piuttosto di una creatività
che si traduce nei gesti più quotidiani, lì dove spesso la poesia si
nasconde nell’attesa di chi riesce a coglierne la fiamma.
La recensione di Luca Minola su economiaitaliana.it:
La fantasia di Alberto Pellegatta è innegabile: si era già mostrata nei due libri precedenti ma in quest’ultimo, Ipotesi di felicità (pagg. 120, euro 18,00), addirittura straripa. Pubblicato nella veste rinnovata dello Specchio Mondadori, il libro è la piena conferma delle capacità di questo autore. Libro trasversale, materialmente vivace, creato con una struttura viva e dinamica, concepito come un vero e proprio organismo, come recita la bandella della quarta di copertina, quindi come un sistema che vive, che si aziona. Diviso in più capitoli, il libro presenta una sezione totalmente dedicata alle prose poetiche e un poema che costituisce una sezione a sé, e dà il titolo al libro stesso, nel finale, l’appendice include alcuni brani dai precedenti libri Mattinata larga e L’ombra della salute.
Con fierezza Pellegatta alza il tiro, percorre strade già battute e nuove allo stesso tempo, sempre pronto a confrontarsi con la tradizione letteraria più alta, a limare, a rendere più instabile e fantasioso il mondo che crea e che vuole riportare alla pagina. Qualcosa che deve obbedire a un ritmo interno, elastico e vitale: “Fatevi picchiare, le vostre gambe/ mi obbediscono come le gatte di Petrarca./ Their shrouds are bloody and their lips are wet./ Discreto come un traditore, il sesto da destra./ Grossi bovini intonano a menadito l’ultima estate felice./ Un’aria inutilmente pulita mi sposta verso la tosse di un bambino”. E ancora: “Rimangono, in contrazione, i pochi vocaboli/ che il fuoco ha salvato: bilance truccate/ e prati di salvia senza virgole”. Bellissime le tonalità avvolgenti e ricercate senza mai cadere nella letterarietà e nel banale, quasi un tentativo di supremazia sulla lingua, sulla capacità stessa del senso.
Si possono per esempio notare all’interno dei testi ripetizioni e incursioni vere e proprie dell’apparato poetico, che sembrano non solo azionare e rendere vive le poesie ma addirittura segnalare la mancanza dell’altro, di un personaggio non dichiarato, almeno non apertamente: “Mentre ti lavi scrivo una poesia”, “… una questione di competenze/ spaventare i piccioni di questa poesia”, “In questa poesia ti allacci le stringhe”, “Togliti la giacca per entrare in questa poesia”, “Ti riscrivo ma sei sempre sbagliato”. Una procedura, questa, che non limita la fantasia del lettore, anzi la amplia immergendolo totalmente nelle dinamiche della raccolta. Da notare la piena influenza della poesia anglo-americana contemporanea: per la tonalità surreale e per la prosa poetica Charles Simić e il Mark Strand di Quasi invisibile, per la bellezza inclassificabile e surrealista John Ashbery, per la lettura geografica Heaney o l’Auden di Un altro tempo: “Le barche battono le loro nacchere/ nuziali. Spingono il cielo a est e/ tra non molto ciò che avvistiamo/ sarà un allattamento a Vienna./ Il cielo si abbassa sotto l’abbaiare dei cani./ Alla seconda passeggiata e alla terza lunazione/ mi sono annoiato:/ acqua nei laghi, penisole di lepri/ troppo./ Di quattro cose al massimo ho bisogno”.
L’esito finale è pienamente raggiunto da Pellegatta, che smuove tutto il suo mondo poetico precedente di matrice classica e lombarda principalmente, che riappare nelle prose sugli animali, dove in questo caso fanno da apripista alcuni libri di Giampiero Neri e di Tiziano Rossi. Anche in questo Pellegatta resta fermamente ancorato a se stesso e alla sua capacità di rielaborare qualsiasi cosa rendendola partecipazione ed energia unica. Notevoli i passaggi di vere e proprie poesie d’amore, dove l’elemento pittorico si evidenzia ancora di più, con movimenti sfumati: “Non chiedi niente con ostinazione, fino al punto/ morto delle conversazioni all’alba./ Quel fastidio tra le ghiandole che chiami pensiero/ ha fretta di concludere. I capelli asciugati male,/ le cosce in torsione, l’immagine ancora/ intercostale. Qualcosa si stacca./ L’aglio fiorisce dove leghi la bicicletta. Serviamo solo/ a consumare l’ossigeno in eccesso”.
Non è una novità per Pellegatta la prosa poetica, che aveva già utilizzato in Mattinata larga e che torna nel capitolo delle Zoologiche, dove l’ironia più raffinata prende forma attraverso l’identificazione fra animali e uomini, simili e sovrapponibili allo stesso tempo: “Al contrario della renna e dei crepuscolari, non ama i licheni. In sostanza, ha gli stessi gusti degli avanguardisti. Non è paziente, trova sempre il modo di azzuffarsi, la sua poesia sopravvive al massimo tre settimane”. In altri casi, queste prose vengono prese come rifugio innegabile di profondità e di chiarezza, servono a mostrare il lato più dialogico dell’autore. L’arte poetica si rinnova per apertura e disinibizione: “Di fronte alla foto in cui sorridiamo uniti dal talento, rincorre i topi sotto stelle rettangolari - imperversati spazi percorsi da giraffe a tarda sera”.
Una delle parti più interessanti e riuscite del libro è sicuramente il poemetto finale Ipotesi di felicità, dove le fasi del dolore vengono raggiunte e piegate alla creatività più vera, dove lo scrivere diventa proiezione e devianza di un male, probabilmente insuperabile ma vero, nostro: “Lasciare tutto in ordine per fare finta di niente/ pastiglie e terrazze meglio che fucili e rasoi./ Asciuga sotto cespugli di mirto./ Si inarca inconsolabile/ l’azzurro ruffiano degli ospedali./ Non dorme mai/ neppure quando cedono le bestie/ sembra un cuore robusto”. E ancora: “Sembra un bene di circostanza, una fantasia/ su cotone. Dimentica di essere un telefono/ per diventare affetto. Scrivimi indietro”.
Questa è energia vitale che si trasforma in parola, eleganza che procede nel contenuto, sola e infallibile disgrazia che si consolida, che cerca armonia e quindi si spiega: “Se cambiano i ritratti alle pareti/ i pavimenti potrebbero non asciugare. Peggiora/ la dermatite della terra,/ con la mano di un padre/ in mano come un palloncino./ Tutto il possibile/ ma a piccole dosi”. Alberto Pellegatta ha raggiunto una capacità della parola alta, imprescindibile, dotata di agilità e grazia, sta a voi che leggerete il libro aggiungere nuovi elementi a tutti quelli che già ci sono, sta a voi essere oro.
(http://www.economiaitaliana.it/it/articolo.php/Arte-e-cultura?LT=CULT)
La recensione di Luca Minola su economiaitaliana.it:
La fantasia di Alberto Pellegatta è innegabile: si era già mostrata nei due libri precedenti ma in quest’ultimo, Ipotesi di felicità (pagg. 120, euro 18,00), addirittura straripa. Pubblicato nella veste rinnovata dello Specchio Mondadori, il libro è la piena conferma delle capacità di questo autore. Libro trasversale, materialmente vivace, creato con una struttura viva e dinamica, concepito come un vero e proprio organismo, come recita la bandella della quarta di copertina, quindi come un sistema che vive, che si aziona. Diviso in più capitoli, il libro presenta una sezione totalmente dedicata alle prose poetiche e un poema che costituisce una sezione a sé, e dà il titolo al libro stesso, nel finale, l’appendice include alcuni brani dai precedenti libri Mattinata larga e L’ombra della salute.
Con fierezza Pellegatta alza il tiro, percorre strade già battute e nuove allo stesso tempo, sempre pronto a confrontarsi con la tradizione letteraria più alta, a limare, a rendere più instabile e fantasioso il mondo che crea e che vuole riportare alla pagina. Qualcosa che deve obbedire a un ritmo interno, elastico e vitale: “Fatevi picchiare, le vostre gambe/ mi obbediscono come le gatte di Petrarca./ Their shrouds are bloody and their lips are wet./ Discreto come un traditore, il sesto da destra./ Grossi bovini intonano a menadito l’ultima estate felice./ Un’aria inutilmente pulita mi sposta verso la tosse di un bambino”. E ancora: “Rimangono, in contrazione, i pochi vocaboli/ che il fuoco ha salvato: bilance truccate/ e prati di salvia senza virgole”. Bellissime le tonalità avvolgenti e ricercate senza mai cadere nella letterarietà e nel banale, quasi un tentativo di supremazia sulla lingua, sulla capacità stessa del senso.
Si possono per esempio notare all’interno dei testi ripetizioni e incursioni vere e proprie dell’apparato poetico, che sembrano non solo azionare e rendere vive le poesie ma addirittura segnalare la mancanza dell’altro, di un personaggio non dichiarato, almeno non apertamente: “Mentre ti lavi scrivo una poesia”, “… una questione di competenze/ spaventare i piccioni di questa poesia”, “In questa poesia ti allacci le stringhe”, “Togliti la giacca per entrare in questa poesia”, “Ti riscrivo ma sei sempre sbagliato”. Una procedura, questa, che non limita la fantasia del lettore, anzi la amplia immergendolo totalmente nelle dinamiche della raccolta. Da notare la piena influenza della poesia anglo-americana contemporanea: per la tonalità surreale e per la prosa poetica Charles Simić e il Mark Strand di Quasi invisibile, per la bellezza inclassificabile e surrealista John Ashbery, per la lettura geografica Heaney o l’Auden di Un altro tempo: “Le barche battono le loro nacchere/ nuziali. Spingono il cielo a est e/ tra non molto ciò che avvistiamo/ sarà un allattamento a Vienna./ Il cielo si abbassa sotto l’abbaiare dei cani./ Alla seconda passeggiata e alla terza lunazione/ mi sono annoiato:/ acqua nei laghi, penisole di lepri/ troppo./ Di quattro cose al massimo ho bisogno”.
L’esito finale è pienamente raggiunto da Pellegatta, che smuove tutto il suo mondo poetico precedente di matrice classica e lombarda principalmente, che riappare nelle prose sugli animali, dove in questo caso fanno da apripista alcuni libri di Giampiero Neri e di Tiziano Rossi. Anche in questo Pellegatta resta fermamente ancorato a se stesso e alla sua capacità di rielaborare qualsiasi cosa rendendola partecipazione ed energia unica. Notevoli i passaggi di vere e proprie poesie d’amore, dove l’elemento pittorico si evidenzia ancora di più, con movimenti sfumati: “Non chiedi niente con ostinazione, fino al punto/ morto delle conversazioni all’alba./ Quel fastidio tra le ghiandole che chiami pensiero/ ha fretta di concludere. I capelli asciugati male,/ le cosce in torsione, l’immagine ancora/ intercostale. Qualcosa si stacca./ L’aglio fiorisce dove leghi la bicicletta. Serviamo solo/ a consumare l’ossigeno in eccesso”.
Non è una novità per Pellegatta la prosa poetica, che aveva già utilizzato in Mattinata larga e che torna nel capitolo delle Zoologiche, dove l’ironia più raffinata prende forma attraverso l’identificazione fra animali e uomini, simili e sovrapponibili allo stesso tempo: “Al contrario della renna e dei crepuscolari, non ama i licheni. In sostanza, ha gli stessi gusti degli avanguardisti. Non è paziente, trova sempre il modo di azzuffarsi, la sua poesia sopravvive al massimo tre settimane”. In altri casi, queste prose vengono prese come rifugio innegabile di profondità e di chiarezza, servono a mostrare il lato più dialogico dell’autore. L’arte poetica si rinnova per apertura e disinibizione: “Di fronte alla foto in cui sorridiamo uniti dal talento, rincorre i topi sotto stelle rettangolari - imperversati spazi percorsi da giraffe a tarda sera”.
Una delle parti più interessanti e riuscite del libro è sicuramente il poemetto finale Ipotesi di felicità, dove le fasi del dolore vengono raggiunte e piegate alla creatività più vera, dove lo scrivere diventa proiezione e devianza di un male, probabilmente insuperabile ma vero, nostro: “Lasciare tutto in ordine per fare finta di niente/ pastiglie e terrazze meglio che fucili e rasoi./ Asciuga sotto cespugli di mirto./ Si inarca inconsolabile/ l’azzurro ruffiano degli ospedali./ Non dorme mai/ neppure quando cedono le bestie/ sembra un cuore robusto”. E ancora: “Sembra un bene di circostanza, una fantasia/ su cotone. Dimentica di essere un telefono/ per diventare affetto. Scrivimi indietro”.
Questa è energia vitale che si trasforma in parola, eleganza che procede nel contenuto, sola e infallibile disgrazia che si consolida, che cerca armonia e quindi si spiega: “Se cambiano i ritratti alle pareti/ i pavimenti potrebbero non asciugare. Peggiora/ la dermatite della terra,/ con la mano di un padre/ in mano come un palloncino./ Tutto il possibile/ ma a piccole dosi”. Alberto Pellegatta ha raggiunto una capacità della parola alta, imprescindibile, dotata di agilità e grazia, sta a voi che leggerete il libro aggiungere nuovi elementi a tutti quelli che già ci sono, sta a voi essere oro.
(http://www.economiaitaliana.it/it/articolo.php/Arte-e-cultura?LT=CULT)
sul MATTINO del 30 luglio, prima pagina della Cultura:
sul quotidiano La SICILIA:
su l'immaginazione:
video della presentazione alla Casa della Cultura di Milano: https://www.youtube.com/embed/r4ZiPCmiDvs
su VIVEREMILANO (cartaceo ottobre 2017): http://viveremilano.info/cultura/milano-citta/il-nuovo-libro-di-alberto-pellegatta-nella-rinnovata-collana-de-lo-specchio-mondadori-2017-10-07.html
Vittorino Curci: http://www.spagine.it/poesia/alberto-pellegatta-ipotesi-di-felicita/
sul blog del CORRIERE: http://poesia.corriere.it/2017/07/08/le-ipotesi-di-felicita-nuova-raccolta-di-alberto-pellegatta-ampliano-il-suo-arcipelago-di-miniature-violente-metamorfismi-e-insondabili-fantasmi/
su LA TIGRE DI CARTA: http://www.latigredicarta.it/2017/07/12/lutopia-del-tono/
su L'ESTROVERSO: https://www.lestroverso.it/ipotesi-felicita-alberto-pellegatta-uno-dei-nostri-testimoni-piu-acuti-importanti/
su IODONNA/Corsera: http://blog.iodonna.it/io-leggo/2017/07/18/ipotesi-di-felicita-di-alberto-pellegatta/
su PULP: https://www.facebook.com/notes/pulp-libri-rivista-di-letteratura/ipotesi-di-felicit%C3%A0/1795328967163347/
Elio Grasso su VERSANTE RIPIDO: http://www.versanteripido.it/ipotesi-di-felicita-di-alberto-pellegatta-recensione-di-elio-grasso/
Elio Grasso su VERSANTE RIPIDO: http://www.versanteripido.it/ipotesi-di-felicita-di-alberto-pellegatta-recensione-di-elio-grasso/
su PUNTOCRITICO la poesia dell'élite: https://puntocritico2.wordpress.com/2017/07/24/alberto-pellegatta-ipotesi-di-felicita-mondadori-milano-2017-euro-1800/
sulla RIVISTA SINESTESIE numero 21/6 ottobre 2017: http://www.rivistasinestesie.it
su LA BALENA BIANCA Roberto Batisti: http://www.labalenabianca.com/2017/10/20/ritorno-del-cobra-ipotesi-felicita-alberto-pellegatta/
tradotto in America Latina su VALLEJO&CO: http://www.vallejoandcompany.com/7-poemas-de-hipotesis-de-felicidad-2017-de-alberto-pellegatta/
http://www.vallejoandcompany.com/la-biologia-poetica-de-alberto-pellegatta-como-una-hipotesis-de-felicidad/
http://www.vallejoandcompany.com/sobre-ipotesi-di-felicita-hipoteis-de-felicidad-2017-de-alberto-pellegatta/
tradotto in Russia su POLUTONA: http://polutona.ru/?show=1122160122
Altre recensioni e segnalazioni nei commenti
su ATELIER: http://www.atelierpoesia.it/portal/it/poesia-it-mul/poesia-italiana-mul/item/618-alberto-pellegatta-da-ipotesi-di-felicita
su PARCOPOESIA: http://www.parcopoesia.it/tutte-le-novit%C3%A0-uscita-lo-specchio
su INTERNOPOESIA: https://internopoesia.com/2017/09/28/alberto-pellegatta/
Vittorino Curci recensisce Ipotesi di felicità: http://www.spagine.it/poesia/alberto-pellegatta-ipotesi-di-felicita/
RispondiEliminasegnalato su LA RECHERCHE: http://www.larecherche.it/testo_poesia_settimanale.asp?Id=416&Tabella=Poesia_settimanale
RispondiEliminaRecensito da Enzo De Bernardis su VIVEREMILANO: http://viveremilano.info/cultura/milano-citta/il-nuovo-libro-di-alberto-pellegatta-nella-rinnovata-collana-de-lo-specchio-mondadori.html
RispondiEliminaSul CORRIERE Francesco Maria Tipaldi recensisce Ipotesi di felicità: http://poesia.corriere.it/2017/07/08/le-ipotesi-di-felicita-nuova-raccolta-di-alberto-pellegatta-ampliano-il-suo-arcipelago-di-miniature-violente-metamorfismi-e-insondabili-fantasmi/
RispondiEliminaNuova recensione su LA TIGRE DI CARTA: http://www.latigredicarta.it/2017/07/12/lutopia-del-tono/
RispondiEliminarecensione di Fabrizio Bernini su L'ESTROVERSO: https://www.lestroverso.it/ipotesi-felicita-alberto-pellegatta-uno-dei-nostri-testimoni-piu-acuti-importanti/
RispondiEliminasegnalazione su leparoleelecose.it : http://www.leparoleelecose.it/?p=28421
RispondiEliminarecensito su IoDonna/Corriere della Sera: http://blog.iodonna.it/io-leggo/2017/07/18/ipotesi-di-felicita-di-alberto-pellegatta/
RispondiEliminasegnalato su Carteggi Letterari: http://blog.iodonna.it/io-leggo/2017/07/18/ipotesi-di-felicita-di-alberto-pellegatta/
RispondiEliminarecensito da Antonio Bux: https://antoniobux.wordpress.com/2017/07/21/alberto-pellegatta-da-ipotesi-di-felicita-mondadori-2017/
RispondiEliminarecensito da Elio Grasso su PULP: https://www.facebook.com/notes/pulp-libri-rivista-di-letteratura/ipotesi-di-felicit%C3%A0/1795328967163347/
RispondiEliminarecensito da Stelvio Di Spigno su Puntocritico: https://puntocritico2.wordpress.com/2017/07/24/alberto-pellegatta-ipotesi-di-felicita-mondadori-milano-2017-euro-1800/
RispondiEliminaMario Pera traduce su Vallejo&Co: http://www.vallejoandcompany.com/sobre-ipotesi-di-felicita-hipoteis-de-felicidad-2017-de-alberto-pellegatta/
RispondiEliminasu COVER: http://cover-cosediletteratura-ilpiccolo.blogautore.repubblica.it/2017/08/01/la-biologia-poetica-di-alberto-pellegatta-come-unipotesi-di-felicita-per-lo-specchio-mondadori/
RispondiEliminasu RAINEWS recensione di Lorenzo Mandelli: http://poesia.blog.rainews.it/2017/08/la-poetica-di-alberto-pellegatta/#more-58479
RispondiElimina7 traducciones en castellano por Mario Pera, en VALLEJO&CO: http://www.vallejoandcompany.com/7-poemas-de-hipotesis-de-felicidad-2017-de-alberto-pellegatta/
RispondiEliminaSu LINKIESTA: http://www.linkiesta.it/it/article/2017/08/29/poesia-italiana-mettete-da-parte-le-scemenze-di-guido-catalano-e-legge/35303/
RispondiEliminaSu La Recherche recensito: http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Recensioni&Id=1071
RispondiEliminaTradotto in spagnolo a Cuba dalla più importante casa editrice dell'isola e dal traduttore di Montale: http://www.baibrama.cult.cu/2018/03/31/novedades-en-la-hora-tercia/
RispondiEliminaALTRE RECENSIONI NEI POST SUCCESSIVI, NEI COMMENTI E NEI LINK LATERALI DELLA HOMEPAGE
RispondiEliminaRecensione di Roberto Deidier su Poeti e Poesia, numero 42 / 2017
RispondiEliminaRecensione di Antonio Francesco Perozzi su Grado Zero: https://www.rivistagradozero.com/2021/10/19/figurazioni-su-ipotesi-di-felicita-di-alberto-pellegatta/
RispondiEliminaA sei anni dall'uscita di Ipotesi di felicità, una sensibile recensione di Edgarda Golino su InversoPoesia, grazie a Lorenzo Pataro: https://poesiainverso.com/2022/12/16/alberto-pellegatta-ipotesi-di-felicita/
RispondiEliminaLuca Minola recensisce Cetacei nel mojito (Stampa 2022): https://www.mannieditori.it/rivista/limmaginazione-332
RispondiEliminaSu Ytali: https://ytali.com/inversi/spaesato-puo-diventare-di-alberto-pellegatta/
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